THESE PLANTS CAN KILL Dal 16 al 24 febbraio 2019 Inaugurazione sabato 16 febbraio 2019 ore 18.30 IpazziFactory via Palestro 21, Pisa Opere di Elisabetta Cardella Installazione interattiva a cura di Alma Artis - Accademia di Belle Arti Suono Massimo Magrini A cura di Carlo Alberto Arzelà "Un giardino pericoloso questo. Intrappolato nelle pietre, trafitto da spine, braccato da animali che mostrano i denti, circondato da insetti velenosi, fiori che avvinghiano fino a soffocarti. Occorre lottare. L’unica arma per uscirne vivi è la bellezza."
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Da piccolo sotto casa mia c'era un fabbro. Mi facevano "impazzire" l'odore e i colori di quel posto. Buio, nero, unto, fumigoso e acre di ferro acceso. Però il massimo della mia emozione era l'incanto luminescente delle operazioni di saldatura e limatura... Che meraviglia! (... e la meraviglia di un bimbetto è la più meravigliosamente meravigliosa). Vedevo scintillare per aria miriadi di scagliette di fuoco che si spengevano a terra e sui grembiali degli operai. - Ma non ti bruci? - chiedevo, e tutte le volte rimanevo stupefatto per quei - No - , poi immancabili mi brontolavano - Sì, ma tu invece scansati e non guardare la fiamma mentre si salda, che ti accechi - io lo sapevo, me lo dicevano sempre, ma una sbirciatina dovevo darla, (per forza) - Poi si ricalavano la maschera sul faccione nero e bianco e riprendevano a fabbricar fuoco e scintille. Ne uscivano cancelli, inferriate, infissi... E' da allora che mi sono convinto che "saldare" è una magia, un'arte, materica, emozionante.
Ho ritrovato adesso questi (link) nuovi maghi, maestri di quell'arte... (secondo me dei veri "artisti"). Ogni loro pezzo racconta più di quanto questa pagina potrebbe contenere e di quello che sono capace io di dire. Da un bidone realizzano oggetti narranti, che attraversano il tempo. E' come se le cose che fanno dicessero - Guardami, toccami, io sono io! - e ti cominciano a sciorinare di quando erano materia ferrosa e poi lamiera e poi contenitore sporco e untuoso di materia sporca e untuosa, e di tutte le botte prese negli anni. Fino al finale, fatto di scintille e di mani capaci di riassumere in unicità la loro identità.